Nell’ottica di ridurre sempre più gli step necessari alla protesizzazione di ogni paziente, la pianificazione ricopre un ruolo fondamentale perché permette di “dar vita all’idea” di come sarà ogni sorriso.
Avere ben chiaro il punto di arrivo è sicuramente il primo passo per evitare sorprese e accettare compromessi estetici e funzionali. Questo il vero punto di forza del flusso di lavoro digitale.
Nel seguente caso studio, con la preziosissima collaborazione del Dott. Tommaso Costa e del team di CV Dental Clinic abbiamo provato ad elaborare un prototipo avvalendoci solo di strumentazione digitale e mettendo in comunicazione:
- Scansioni Intraorali
- Scansioni Facciali
- Movimenti Mandibolari individuali
- Stampa 3D
Tutto ciò è servito per pianificare e pre-visualizzare ogni dettaglio estetico e funzionale già su pc.
Nel corso del caso ci siamo concentrati particolarmente nell’individuare quale e quanta affidabilità ci fosse in un sistema di lavoro completamente digitale, considerando che ogni step poteva includere degli errori o variabili quali:
- Accuratezza nella registrazione digitale della DVO
- Accoppiamento fra scansione intraorale e facciale
- Fedeltà dei movimenti mandibolari
- Incognite di stampa (profilo di stampa, orientamento e nesting del pezzo)
che avrebbero potuto dare un risultato diverso tra ciò che vedevamo su pc e ciò che avremmo riscontrato con la prova reale su paziente.
La fase di prototipazione diventa quindi cruciale se si vuole ottenere una protesi definitiva in pochi appuntamenti. Questo passaggio, infatti, ci permette di raccogliere tutte le linee guida, le info sul paziente e le eventuali modifiche in maniera tale da poter validare la nostra idea di risoluzione del caso e procedere spediti e sicuri alla realizzazione della protesi definitiva, con i materiali più appropriati per risolvere ogni caso nella maniera migliore tra estetica e funzione masticatoria. In questo step quindi per noi è fondamentale validare questi passaggi e questo modo di operare conoscendone limiti e possibilità.
Uno dei dati digitali più innovativi e funzionali sono le registrazioni individuali dei movimenti mandibolari, in questo caso registrate dal dr. Costa con la sistematica ITAKA. Queste ci permettono di pianificare la posizione, il volume e la funzione di ogni singolo dente in maniera estremamente personalizzata rispetto alla masticazione e alla funzione della bocca di ogni paziente.
Durante il corso di questo caso, vista la sperimentazione di un flusso digitale molto articolato, abbiamo preferito in stampare anche dei modelli 3D di supporto sperimentando anche la stampa diretta delle connessioni Mua nel prototipo e la stampa diretta delle connessioni implantari sul modello stesso. Questo step ci consente di validare il processo e il risultato di stampa rispetto al progetto virtuale.
Tutto è stato stampato con Accufab-D1s di Shining 3D e resine KeyStone per prototipi e modelli. Requisito fondamentale è che l’intero flusso di stampa (progettazione, stampa e curing) sia impostato correttamente: un errore in questa fase potrebbe mettere in dubbio l’intero processo di acquisizione e progettazione.
Questo caso studio ha approfondito un aspetto estremamente positivo legato alla gestione del flusso di progettazione, prototipazione e stampa: la gestione della produzione e i tempi di realizzazione.
Infatti, avendo laboratorio e clinica lo stesso sistema digitale, è semplice abbattere tempi di consegna, logistica ecc., attraverso la condivisione dei file.
In questo caso specifico, noi a Ruvo di Puglia (BA) abbiamo stampato modelli e prototipo, e assemblato il tutto controllando che rispettasse il progetto virtuale, mentre a Tricesimo (UD) il dr. Costa e il suo team potevano stampare il prototipo da provare sul paziente quasi in contemporanea e nonostante i 950 km che ci separano.
Per far ciò, non solo abbiamo condiviso il progetto Exocad ma avendo la fortuna di avere lo stesso sistema di stampa settato allo stesso modo, abbiamo potuto anche condividere il nostro progetto di stampa. In studio si è dovuto solo avviare la stampa.
Questo passaggio è stato fondamentale affinché lo strumento di comunicazione (il file di stampa) fosse identico: orientato nello stesso modo e stampato nella stessa posizione, perché a volte il nesting dell’oggetto da stampare può avere una significativa differenza sia positivamente ma anche negativamente.
Attraverso la digitalizzazione totale del paziente è molto più semplice analizzare, comparare, misurare e verificare ogni passaggio tecnico e clinico attraverso un solo termine di paragone: il file personale relativo ad ogni paziente contenente tutto ciò che lo riguarda (scansioni intraorali, facciali, occlusione statica, movimenti dinamici).
Con questo approccio, e avendo un solo punto di riferimento contenente non solo le informazioni relative al paziente ma anche le possibili soluzioni per risolvere meglio il suo caso clinico, è possibile pianificare, valutare ed eseguire qualsiasi trattamento riuscendo virtualmente a pre-visualizzare con una buona percentuale di successo ciò che sarà l’esito finale.
Più quella percentuale è alta, maggiore sarà la possibilità di “promettere” qualcosa al paziente e riuscire ad ottenere la stessa cosa senza compromessi o variazioni.
Nelle foto riportate in basso abbiamo provato a fare una comparazione tra ciò che è stato registrato e programmato digitalmente/virtualmente e ciò che realmente siamo riusciti ad ottenere: reale e virtuale non sono mai stati così simili.
Dal virtuale al reale anche in dinamica
Dopo aver verificato la completa efficacia del processo di prototipazione (acquisizione, progettazione, stampa) che ha trovato l’esatto riscontro nella realtà, abbiamo constatato quanto non solo i contatti in occlusione statica, ma anche la dinamica fossero perfettamente uguali a quelli realizzati in fase di progettazione.
In conclusione, possiamo dire che la fase di prototipazione gioca un ruolo fondamentale nella validazione di tutto il processo digitale e nell’approccio alla risoluzione di ogni caso clinico. In questo step, infatti, si gioca una partita importante fra ciò che si può promettere al paziente e ciò che si è realmente in grado di ottenere e si fissa anche ben chiaro e nitido il punto di arrivo. Ragionando in quest’ottica, anche la pianificazione chirurgica, la scelta del materiale e la tipologia di protesi da realizzare vengono facilitate dalle linee guida (spazi, forme, volumi) che il prototipo validato è stato in grado di fornirci.
Un immenso grazie al dr. Tommaso Costa e a tutti lo staff di CV Dental Clinic per aver condiviso con noi questa esperienza.